LO MONACO: “Non è successo niente negli spogliatoi”

Negli spogliatoi non è successo niente, sono i giornalisti che sbagliano». Parola di Pietro Lo Monaco, amministratore delegato del Catania ai microfoni di Radio Anch’io Sport, che ha cosìcommentato il finale di partita di ieri fra gli etnei e la Roma, caratterizzato da grande nervosismo dei protagonisti. «Non mi sembra che ci fosse un clima esagitato nella partita di ieri: anche sugli spalti non è successo niente – ha aggiunto il dirigente del Catania -. In campo, la spintarella o la parola di troppo, non fanno testo. Spalletti ha detto che c’era tanta gente in campo? Lui non è il depositario di tutte le verità. C’è la polizia che controlla quanta gente si trova in campo e ieri c’era anche tanta gente dalla Roma non autorizzata in campo, come le guardie del corpo».Il dirigente rossoazzurro ha voluto minimizzare l’accaduto, spiegando che «spesso, in campo, ci sono tanti esponenti delle forze dell’ordine in borghese, noi prepariamo la partita assieme ai rappresentanti della Questura e della Prefettura. Non c’è alcun astio fra le tifoserie della Roma e del Catania, gli esagitati sono dappertutto, ma per fortuna prevale la parte sana del tifo. Battere una grande come abbiamo fatto ieri è una bellissima festa per noi». «Io personalmente ero negli spogliatoi – ha raccontato Lo Monaco, con chiaro riferimento ad alcune tensioni che si sarebbero verificate dopo ilfischio dell’arbitro -. Ho fatto entrare personalmente ogni giocatore del Catania negli spogliatoi. Non è accaduto nulla. Al di là delle multe, ne ha già prese due, anche ieri Zenga è stato redarguito per un tentativo di difesa di un nostro giocatore che era stato “malmenato” da un collega della Roma. Morimoto è stato spinto fuori dal campo da Mexes e Zenga ha cercato di difenderlo. Il resto fa parte della normalità». «Non vedo perché si parla sempre di giocatori che sbagliano, di arbitri che sbagliano, e mai di giornalisti che sbagliano – aggiunge riferendosi alle tensioni del dopo Catania-Roma -. Non so come possano dire che sono successe delle cose negli spogliatoi, quando giornalisti negli spogliatoi non ce ne sono. Hanno parlato con chi c’era? Hanno raccolto delle informazioni, ma sbagliate. Se ci sono degli urla da parte dei nostri giocatori o degli avversari è una cosa che non si può controllare, se non facendo entrare tutti al più presto negli spogliatoi». Lo Monaco, a una domanda su Terlizzi che aveva dichiarato che Totti sarebbe stato da picchiare un po’ di più, ha replicato: «Lui è un romano tifoso di Totti. In un’intervista ha detto, come segno di stima: come si fa a fermare Totti? Forse picchiandolo di più. Tutti i presenti hanno capito in quale senso Terlizzi l’aveva detto, tranne quelli che hanno voluto male interpretare». Lo Monaco, a proposito della vigilanza negli spogliatoi, ha invece risposto: «Voglio dare un altro dato, anche se non c’entra. Che tutto funzioni si vede da un dato: alcuni calciatori dopo ogni incontro sono sorteggiati per il controllo antidoping e ci sono degli elementi che devono portarli al controllo. Se vuoi dire una cosa ai calciatori non puoi, perché loro si incollano al giocatore finché non si mette l’accappatoio e viene al controllo: entrano perfino negli spogliatoi». Lo Monaco ha parlato anche di un’altra vicenda: «Sono venuti in tre procuratori federali (tre collaboratori della procura, ndr) per interrogare Zenga e Plasmati, per interrogarli sulla storia dei pantaloncini di Plasmati. Mi pare che i soldi delle società potrebbero essere spesi meglio».