IL MESSAGGERO: Meno male che c’è il capitano

IL MESSAGGERO: Meno male che c’è il capitano

Il parafulmine è sempre lì. E per fortuna è bello come il sole, forte come ce ne sono pochi e forse come non ne vedremo altri, almeno a Trigoria.Francesco Totti, 33 anni a settembre, è già in ritiro con la Roma. In anticipo rispetto a tutti gli altri suoi anni in giallorosso. Mai il capitano aveva cominciato la stagione così presto. Stavolta c’è l’Europa League, a fine luglio, e bisogna subito sudare e correre. In ritardo, per ora, c’è solo la società. Che ancora non gli ha fatto firmare il rinnovo del contratto in scadenza.Perché all’inizio del 2010, teoricamente, Totti sarà libero. Ma nessuno, per primo lui, può pensare all’addio. Francesco resterà e l’obiettivo di Rosella Sensi è di vincolarlo in fretta, a prescindere da come andrà a finire la questione societaria. Magariprima del 16 luglio, cioè della fine del ritiro a Riscone. La strategia in questo caso è obbligata. Totti oggi è la Roma. La rappresenta in Italia e in Europa. Come giocatore e come uomo. Come campione e come simbolo. In Val Pusteria, con il capitano, tanti giocatori ma pochi titolari. Francesco, non solo a tirare il gruppo: è’ la bandiera della Roma che sventola e che nessuno può ammainare, nemmeno in questi tempi di carestia e incertezza. Rosella Sensi, prima della partenza per l’Alto Adige, ha parlato alla squadra, chiarendo la posizione del club. La proprietà resta la stessa. L’unico punto di riferimento è la famiglia che da 16 anni si occupa della gestione e che lascerà solo se si presenterà qualcuno in grado di rendere la Roma ancora più competitiva. La presidentessa, ricordando al gruppo che la società è tra le poche sane del nostro calcio, si aspetta tanto da Spalletti e dai giocatori: «Perché la squadra è forte».Rosella Sensi ha ragione. L’organico della Roma, quello che vedremo per intero tra qualche settimana, è tra i migliori e più completi in assoluto. Il Milan ha perso Kakà e fatica a rinforzarsi, la Juve si è imposta l’autofinanziamento. Solo l’Inter sembra irraggiungibile. La Roma, se nessuno dei big partirà,deve solo credere in se stessaper cancellare l’ultima stagione, di sicuro fallimentare e, guardando alla lista degli infortuni, per certi versi maledetta. Spalletti, primo tecnico italiano per l’ingaggio, deve invece riacquistare serenità e fiducia. Quelle che gli ha sempre trasmesso l’attuale proprietà. Non il Chelsea l’estate scorsa e nemmeno la Juventus un mese e mezzo fa.