Domandare è lecito, rispondere è cortesia…

I tifosi che ci seguono da ormai molto tempo si saranno resi conto che non abbiamo mai seguito l’abitudine, per altro sbagliata a nostro giudizio, di dare in pasto alla gente date o ipotesi di chiusura della trattativa – in un senso o nell’altro – per aumentare i click del nostro sito. Non è questo il nostro stile e non lo sarà mai. Però, da quello che possiamo capire – e non ci vuole certamente una mente superiore – questa sarà l’ultima settimana, quella più importante, quella “decisiva” (lo so che odierete questa parola…) per chiarire definitivamente il futuro della Roma. Se la Roma passerà o meno nelle mani del gruppo Flick-Fioranelli si saprà nella settimana che sta per entrare. Senza se e senza ma. Senza ripensamenti dell’ultimo momento e senza colpi di coda. Per rendere meglio l’idea e per essere chiari, se entro la prossima settimana non si concretizzasse il passaggio di mano, a quel punto si interromperà ogni tipo di trattativa. Questa volta definitivamente. Però, una pulce nell’orecchio la vogliamo mettere con un paio di interrogativi. Poniamo il caso che venerdì scorso, quando tutti – e sottolineiamo tutti – davano per chiusa la trattativa in senso positivo, qualcuno invece stesse per mollare la presa. Potrebbe sembrare strano, ma potrebbe essere anche plausibile se ci pensate bene. Tant’è vero che nel comunicato del giorno dopo, quello del sabato, Italpetroli ha dichiarato che non c’erano i presupposti affinché la trattativa andasse in porto lunedì. In questi giorni, leggendo i giornali e sentendo le radio, si è detto che alcuni poteri “occulti” avrebbero potuto ostacolare la trattativa. La domanda che ci poniamo è questa? Quali sono queste istituzioni che avrebbero messo in bastoni fra le ruote al gruppo Fioranelli? Escludendo la famiglia Sensi, la cui stima è sempre stata riconosciuta dalla Fio Sports, ed escludendo Mediobanca, l’advisor di Italpetroli, che ha lavorato sempre in modo corretto e serio per cercare di portare avanti la trattativa che, rimanendo al comunicato del 25 Giugno, ha sancito il momentaneo (?) stop della trattativa tra la Roma e Vinicio Fioranelli, rimane un solo interlocutore in questa situazione. Il terzo “incomodo”, oseremmo dire. Ma anche questo aspetto appare piuttosto misterioso. Come è possibile che Unicredit, che vanta un credito ad Italpetroli di circa 300 milioni di euro, possa “ostacolare” la trattativa tra la Roma e Vinicio Fioranelli quando è nell’interesse dell’istituto bancario di Alessando Profumo rientrare al più presto del credito nei confronti della holding della famiglia Sensi? Altro quesito: perchè ci sono società, di cui non facciamo il nome, che vantano un debito più pesante nei confronti di Unicredit a cui non vengono fatte le stesse pressioni che vengono fatte ad Italpetroli, a cui viene minacciata la messa in mora? Domande a cui vorremmo risposta, e anche al più presto.