Il futuro diGiampaolo Pazziniin viola è legato ad un filo. A contendersi il giocatore, chiuso da un Alberto Gilardino in forma smagliante, sono squadre italiane ed europee: Sampdoria, Palermo, Roma ed Everton su tutte. Ma è così vicina la fine dell’avventura in maglia viola del ragazzo di Pescia? Fiorentinanews.com lo ha chiesto aFabrizio Lucchesi, l’ex direttore sportivo viola che nel gennaio 2005 portò Pazzini a Firenze prelevandolo dall’Atalanta. In prima battuta una considerazione: sono molte le squadre che seguono Pazzini. Personalmente lei crede ancora nel giocatore? “Io lo ritengo uno dei giocatori italiani migliori in prospettiva. I margini di crescita sono ancora ampi. Credo inoltre che – vista l’età – Giampaolo debba giocare per maturare, se non gioca non si matura a quest’età. C’è effettivamente però la difficoltà di capire cosa voglia fare da grande”. Qual è la sua valutazione dell’esperienza di Pazzini con la maglia della Fiorentina? “Giampaolo sta facendo bene, lui è e sarà un protagonista anche da altre parti. La Fiorentina ha fatto la sua parte, c’è poi da considerare che nell’esperienza di un giocatore in una squadra un problema è rappresentato dal modulo tattico, a seconda inoltre dei compagni e delle loro caratteristiche. Diciamo che per tutta una serie di motivi, Pazzini ha giocato meno di quanto poteva fare”. Tra le squadre che lo seguono c’è – o almeno si vocifera ci sia – anche la Roma. Come vedrebbe una Roma con Pazzini? “Pazzini può certamente giocare nella Roma, è un giocatore di livello. Io credo che molto dipenda dal modulo e dal gioco che Luciano Spalletti ha in mente per la squadra, con Totti infortunato. Potenzialmente quindi la presenza di Pazzini in giallorosso ci può stare. Dipende molto da Spalletti”. Ma è così scontato, secondo lei, che Pazzini se ne vada da Firenze? “No. Questa è una cosa di cui sono convinto. Io non escludo che possa rimanere in viola, si deve tener conto di questo. Non è scontato che se ne vada. Prima di tutto per una politica della società, quella politica basata sui giovani. Il mercato è strano, si danno per scontate molte cose che poi non si realizzano, i programmi cambiano dalla mattina alla sera. Poi certe condizioni di cessione imposte dalla società, di carattere economico e tecnico, possono non andare nella direzione della cessione”.
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