UN ANNO DI ROMA -Prima parte

Prima che il 2008 vada definitivamente in archivio, proviamo a ripercorrere i momenti che hanno caratterizzato, nel bene e nel male, gli ultimi 12 mesi della storia romanista. GENNAIO:la Roma si affaccia sul nuovo anno da seconda in classifica e con in tasca la qualificazione agli ottavi di Champions. La prima gara del 2008 è in quel di Bergamo, dove i giallorossi vincono in rimonta sull’Atalanta ed a pochi minuti dalla fine del match riabbracciano Alberto Aquilani, al rientro dopo lo strappo rimediato 3 mesi prima all’Old Trafford.Con la doppietta rifilata al Torino in Coppa Italia, Francesco Totti tocca quota 200 gol con la maglia giallorossa. FEBBRAIO:il 3-0 rimediato a Siena segna il punto più brutto della stagione e sembra compromettere in via definitiva una lotta scudetto per la verità molto condizionata dai famigerati ‘aiutini’ di cui l’Inter continua regolarmente a beneficiare; dopo la brutta prestazione in casa della Juventus, una Roma con i nervi a fior di pelle si presenta all’appuntamento con il Real Madrid, battuto all’Olimpico con una rimonta che ha dell’incredibile. La soddisfazione, però, viene bruscamente smorzata da quel che accade il 27 a S. Siro, quando uno splendido gol del capitano mette alle corde i nerazzurri prima che l’arbitro Rosetti commini un’assurda espulsione a Mexes e spiani la strada al pareggio di Javier Zanetti. Mesi dopo capiremo quanto ci sia costato. MARZO:una Roma stellare espugna il Bernabeu e si prende i complimenti di mezza Europa per una prestazione che difficilmente dimenticheremo; senonché un sorteggio beffardo ci consegna un altro quarto di finale con il Manchester United.In campionato alla gran prova di carattere con la quale i giallorossi regolano il Milan in casa fanno seguito il rocambolesco derby perso 3-2 e soprattutto il pomeriggio stregato di Cagliari, con la Roma che non va oltre l’1-1 con i sardi lasciando per strada 2 punti che si riveleranno fondamentali. APRILE:mese maledetto per i ragazzi di Spalletti. Si apre con il tonfo casalingo contro i Red Devils, ancora una volta fatali alla Roma e ad Aquilani, che rimedia una forte contusione al collo del piede e ne avrà per circa 30 giorni; una settimana più tardi all’Old Trafford De Rossi manda alle stelle il rigore che ci avrebbe tenuto a galla e la Champions sfuma tra mille rimpianti.Nel frattempo cominciano a rincorrersi le voci che vogliono il magnate statunitense George Soros interessato all’acquisto della società di Trigoria.Ma l’emblema di un mese davvero sfortunato è il sabato nero del 19 aprile, quando allo sciagurato pari con il Livorno si aggiunge il grave infortunio di Totti, che sarà operato qualche giorno dopo per la ricostruzione del legamento crociato del ginocchio destro. Nel generale sconforto che ne segue sembra che la stagione possa anche finire qui. MAGGIO:mentre le settimane vengono scandite dai comunicati di Italpetroli che intervengono un giorno sì e uno no per smentire le voci di un’imminente dismissione dell’asset costituito dall’As Roma, a Genova De Rossi e compagni battono la Samp e la concomitante sconfitta dell’Inter nel derby li proietta a 3 punti dalla vetta. La successiva partita con l’Atalanta all’Olimpico è un affare per cuori forti: i bergamaschi sono battuti 2-1, ma ad infiammare lo stadio sono le notizie provenienti da S. Siro, dove un Siena già salvo inchioda la squadra di Mancini sul 2-2. Il vantaggio sulla Roma si riduce ad un punto quando mancano appena 90 minuti alla fine del campionato. La settimana che ci porta al decisivo match con il Catania sembra non passare mai e si consuma tra riti scaramantici (come non ricordare i 2 kg di sale sparsi dai tifosi fuori dei cancelli del Fulvio Bernardini) e un’ansia crescente; quando finalmente si gioca il clima al Massimino è arroventato – c’erano 200 persone a bordo campo, dirà De Rossi – ma ciò non impedisce a Vucinic di mettere in rete il pallone che per un’ora ci regala il titolo di campioni d’Italia. Poi a Parma (trasferta vietata agli interisti che però vengono incredibilmente lasciati entrare al Tardini, ndr) entra Ibrahimovic e con una doppietta mette fine ai sogni di gloria dei giallorossi, accolti comunque a Fiumicino da 5000 tifosi orgogliosi di loro.Una piccola rivincita la Roma se la prende una settimana più tardi, conquistando – ancora a spese dei nerazzurri – la sua Coppa Italia numero 9 davanti al proprio pubblico; le lacrime di Rosella Sensi fanno pensare ad un addio che in realtà non si consuma e la vicenda Soros sfuma senza che i contorni ne siano mai del tutto chiariti. GIUGNO:sono 4 i romanisti chiamati da Donadoni a disputare gli Europei in Austria e Svizzera, ma all’esordio contro l’Olanda in campo c’è il solo Panucci. Nell’infelice spedizione azzurra i nostri alfieri non trovano gloria, se è vero che De Rossi – migliore in campo con la Francia – si fa respingere da Casillas uno dei rigori che decidono i quarti con la Spagna, mentre Perrotta trova poco spazio ed Aquilani, dopo un incoraggiante quarto d’ora con i bleus, viene schierato titolare contro le Furie Rosse, ma Donadoni gli chiede di fare il Gattuso, ruolo che stride evidentemente con le caratteristiche del principino. Ed è proprio intorno al suo nome che si scatena un’autentica tempesta, là dove neanche le pubbliche – e reiterate – smentite dei vertici giallorossi riescono a mettere fine alle voci che danno per fatto il suo passaggio alla Juve. Nel frattempo a Trigoria approda il norvegese John Arne Riise, mentre in città si continua a discutere su quella che potrà essere la reale entità del mercato romanista a fronte del non certo opulento ‘tesoretto’.Come se non bastasse, a turbare un inizio d’estate già piuttosto problematico, arriva la notizia dell’incontro parigino tra Spalletti ed un dirigente del Chelsea che avrebbe sondato un’eventuale disponibilità del tecnico di Certaldo ad approdare sulla panchina dei vice-campioni d’Europa.Il sorriso di Daniele De Rossi, che il 30 giugno mette la firma sul rinnovo contrattuale che lo legherà alla Roma fino al 2012 riporta il sole in casa romanista. [1 parte – Continua il 31 dicembre]