SARA’ VERO…

Quando ho iniziato a studiare comunicazione, la prima cosa che mi hanno insegnato è la differenza tra informare e comunicare, intendendo con il primo termine il semplice passaggio delle informazioni e con il secondo la voglia di mettere in comune la conoscenza. Magari avessi visto concretizzarsi almeno la prima affermazione! Man mano che ho iniziato a lavorare nella comunicazione, ho capito che il rispetto per chi “subisce” questo bombardamento mediatico, è davvero scarso. Senza troppi giri di parole (e senza ragionamenti astratti) basta prendere in considerazione il caso che investe la nostra Roma.Tema del giorno (o meglio, dei giorni passati): il passaggio di proprietà della società giallorossa. Dal punto di vista comunicativo, già si parte male: si tratta di una non notizia, stando ai comunicati diretti della società, che avrebbe al massimo ammesso l’interesse all’acquisto da parte di un magnate americano. E qui, il secondo dramma: perché il nome di Soros spunta nel momento in cui la squadra di Spalletti rientra ancora nella lotta scudetto? Forse perché così conviene: se per sbaglio l’affare non andasse in porto, il tricolore potrebbe essere un bel premio di consolazione. Con le parole siamo tutti bravi: forse, però, non troppo svegli. Terzo errore: la Roma sembra smarrire le speranze di gloria contro il Livorno e, incredibile ma vero, Soros sembra svanire e al suo posto comparirebbe un fantomatico sceicco. Fantomatico, appunto. Il bello è che da questo momento in poi è tutto un susseguirsi confuso di voci, idee e smentite dette, ma mai confermate. “We are not commenting”: non stiamo commentando, letteralmente; non vogliamo commentare, realmente. Improvvisamente tutte le persone che sto rincorrendo da almeno un mese, si dimenticano la forza della comunicazione, non parlano più e, peggio pure, paventano comunicati ufficiali mai scritti. Se la comunicazione è chiarezza, in questo mondo ce ne è davvero poca. Supposizioni, per carità: ma ho come la sensazione che Soros, Inner circle e, adesso, Fisher e compagnia, non siano altro che una fase di transizione da qui alla fine del campionato. C’è ancora una Coppa Italia da giocare, un campionato da finire, una serie di contratti da definire. Se vogliamo aggiungerci pure che l’As Roma è una società quotata in Borsa, con tutte le regole e le limitazioni che questo comporta, il quadro, almeno da un punto di vista astratto, è completo. Non credo che questa storia finirà presto. Forse perché proprio l’anima di un’azienda, quell’area comunicazione di cui tanto si parla, non sta comunicando. Almeno informasse: ma a quanto pare, non siamo così fortunati. E’ triste constatare, però, che a cose fatte, avranno tutti la scusa pronta: chi non ha commentato e chi non si è degnato di fare comunicati ufficiali. Stai a vedere che la colpa sarà la nostra: incapaci di orientarci in questomare magnum, perché chi dovrebbe guidarci, semplicemente non comunica.