E intanto il nuovo mercato diventa un mistero…

In bilico tra passato e futuro e con un assetto societario ancora da definire, la Roma che verrà rischia seriamente di ritrovarsi con le ali tarpate. Le operazioni di mercato, si sa, non hanno dei tempi standard e possono essere influenzate da diversi fattori. Se per acquistare un Alessandro Frau ci vollero due ore ed un traghetto da far attraccare a Civitavecchia, per arrivare a calibri di caratura diversa il terreno va sondato con largo anticipo. E’ stato il caso, negli anni, delle trattative per portare in giallorosso Samuel, Cassano, Batistuta e, per non citare un passato troppo remoto,Juan. Per i primi due l’accordo venne trovato con diversi mesi d’anticipo rispetto alla data stabilita per depositare i contratti in Lega, mentre per gli altri i primi sondaggi vennero effettuati con l’arrivo della primavera.Proprio dall’acquisto del centrale brasiliano, prelevato dal Bayer Leverkusen, prende spunto la nostra analisi. Posto infatti che gli altri top class appena citati appartengono ad una dirigenza che ormai non c’è più, l’asso nella manica dell’attuale direttore sportivo, Daniele Pradè, è sempre stato il dribbling ai danni dei media. Fu merito dei colleghi de “Il Romanista” anticipare i dettagli dell’operazione per portare il brasiliano a rimpiazzare il partente Chivu, bruciando sul tempo la concorrenza. C’era ancora il Manchester da affrontare nei quarti di finale di Champions League e delle trattative future, da Giuly ad Esposito fino ad arrivare a Cicinho, non si seppe nulla fino a pochi giorni dall’ufficialità data dalla società.Abilità manageriali a parte, emerge un dato certo. Se è vero che dai corridoi di Trigoria i dirigenti sono bravissimi a non far filtrare indiscrezioni, è altrettanto evidente che i diversi nomi accostati alla Roma del 2008/2009 appaiono come un palliativo dato in pasto dai quotidiani al tifoso scontento per alleviare le sofferenze di un tira e molla infinito con la cordata capeggiata daSoros.E’ proprio questo l’aspetto da portare in risalto: ad oggi, quando manca meno di un mese alla fine della stagione e con l’approssimarsi dei Campionati Europei (che coincideranno con una sostanziale fase di stallo del mercato) nessuno può dichiarare con certezza quali siano i reali obiettivi della dirigenza capitolina. Un’indiscrezione concreta, tangibile, reale non esiste. La riprova sta nel fatto che ogni giorno sono almeno due o tre i nuovi obiettivi dichiarati. Tanto per fare un esempio, da sabato ad oggi sono spuntati dal nullaGilberto Silva,Zapata,Pokrivac,Malouda. Insomma, chi più ne ha, più ne metta. Tutto ciò senza che sia stato interpellato nessun agente (difensore colombiano a parte) e, peggio ancora, nessun direttore sportivo delle società interessante, a testimonianza di volontà ben precise di coprire con l’inchiostro tre-quattro colonne di giornale altrimenti scarne di contenuti.Da Gennaio ad oggi sono stati almeno venti, tanto per tenersi stretti, i giocatori affiancati alla prossima Roma. L’impressione è che le bocche cucite, stavolta, non siano soltanto di circostanza. Spalletti ha sempre elogiato le doti del gruppo attuale evitando di parlare degli altri: quello di difendere la rosa a disposizione è il suo mestiere e non è dal mister che si pretendano sparate in grado di stimolare la fantasia della piazza. Preoccupa, tuttavia, l’immobilismo che circonda l’ambiente. Oltre al fronte dei possibili acquisti sembra essersi arenata anche la questione dei rinnovi contrattuali. Che quello diMancinisia naufragato è sotto gli occhi di tutti ormai da tempo. Detto del brasiliano, iniziano a lanciare un campanello d’allarme anche le posizioni di Aquilani,De RossieDoni. Certi che gli ultimi due non faticheranno a trovare un accordo per legarsi a vita alla capitale (ok, ma quando?), la situazione del principino di Montesacro non è delle più rosee. DomenicaAquilaniha oltrepassato la zona mista dello stadio Olimpico col volto visibilmente corrucciato ed ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Il vento del Nord (Juventus ed Inter) ed i continui dissidi con lo staff sanitario, prima le cure a Cesenatico e poi il mistero che ha circondato la risonanza magnetica post-Manchester, stanno minando alla base i rapporti tra giocatore ed una società che non vuole sottostare ai ricatti di alcun procuratore e che, per garantire il top dell’ingaggio, pretende di essere ripagata con la continuità di rendimento.Se a questi aggiungiamo anche i casiBrighieFerrariil quadro si completa. Per il prolungamento del primo sembrava, a gennaio, questione di giorni. Ed invece, nonostante il colloquio fosse fissato in concomitanza con la gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League (a Madrid, lo scorso 5 marzo) da allora non si è più saputo nulla mentre per quanto riguarda il difensore ex Parma la fumata nera con il procuratore, Corci, era arrivata già nei giorni delle festività natalizie.Nel clima di incertezza generale le uniche garanzie le ha fatte trapelare, forse involontariamente, proprio Spalletti nel post partita della semifinale di Coppa Italia contro il Catania. Cerci e Rosi faranno rientro alla base. Il resto, almeno per ora, è fumo dal quale si intravede a stento l’arrosto. E intanto l’unica mezza verità arriva da Udine, dove Pozzo spinge per “regalarci” come primo colpoDi Natale. Che ci si debba accontentare di questo?