CAGLIARI-ROMA, quanti scambi negli ultimi 20 anni

CAGLIARI-ROMA, quanti scambi negli ultimi 20 anni

Le separa il Mar Tirreno e qualche ora di traghetto. Da Civitavecchia a Roma, poi, di strada da fare ce n’è ben poca. Lazio e Sardegna, o meglio, Roma e Cagliari negli ultimi 20 anni hanno dato vita ad una fitta rete di scambi commerciali: materia prima? Calciatori, passati da una sponda all’altra, seppur non sempre percorrendo la via maestra. Mauro Esposito altro non è che l’ultimo esemplare di una dinastia che affonda le radici addirittura all’epoca di Dino Viola. Nel 1989 fa l’esordio con la casacca giallorossa, in prima squadra, Roberto Muzzi. Cresciuto nel settore giovanile di Trigoria nonostante la conclamata fede biancoazzurra, Muzzi collezionerà 55 presenze condite da 6 reti fino al novembre del 1993 prima di passare al Pisa. Rientrato in estate nella capitale, Muzzi costruirà le proprie fortune a Cagliari dove, dal novembre del 1994 fino al 1999 totalizzerà, tra serie A e B, 144 presenze mettendo a segno 58 reti, delle quali 41 nella massima categoria. Furono quelli gli anni d’oro della partnership: percorso identico a quello di Muzzi fu intrapreso da Daniele Berretta, che tra Roma e Cagliari ha costruito una carriera. Cresciuto a Trigoria, dopo una parentesi a Vicenza, Berretta rientra nella Capitale collezionando 17 presenze prima di passare, nella stagione 94/95 in rossoblù mettendo in carniere 29 apparizioni e segnando la prima rete nella massima categoria. Dopo un nuovo tuffo nel Tevere, Berretta torna definitivamente nell’isola nel gennaio del 1997 per restarci fino all’estate del 2000, scendendo in campo 118 volte e mettendo a segno 13 reti.Il vero precursore, tuttavia, fu un altro centrocampista. Massimiliano Cappioli, dopo la trafila nel settore giovanile si trasferì in Sardegna nel 1988 rimanendovi fino al 1994, anno in cui fece ritorno nella città dei Cesari, dove rimase fino al dicembre 1996 collezionando 90 gettoni di presenza e gonfiando 15 volte la rete avversaria. Nel palmares di Cappioli anche un pesante gol nel derby (il momentaneo 0-2) del 27 novembre 1994 vinto dalla Roma di Mazzone sulla Lazio di Zeman. Sfiorò inoltre, negli ultimi minuti dei tempi supplementari della sfida contro lo Slavia Praga valevole per i quarti di finale di Coppa Uefa nel 1996, la rete della qualificazione con un colpo di testa che si spense di poco a lato.Cammino inverso, invece, venne fatto da due conoscenze mai troppo amate dalla platea sangue e oro. Francesco Moriero, dopo aver lasciato la patria natìa di Lecce si trasferì in Sardegna rimanendovi fino al 1994 anno in cui Franco Sensi lo regalò a Mazzone, che lo impiego 82 volte (con 8 gol all’attivo) durante i due anni di gestione. Nella stessa stagione il neo-presidente mise a segno il colpo più costoso della storia romanista, assicurandosi dal Napoli, che a sua volta lo aveva prelevato dal Cagliari (dove in due stagioni totalizzò 50 presenze e 17 reti), Daniel Fonseca. In giallorosso l’uruguagio non convinse mai del tutto, lasciando la capitale, proprio come Moriero, dopo l’infausta annata targata Carlos Bianchi, con all’attivo uno score di 65 presenze e 20 reti.Pochi mesi prima dell’arrivo di Moriero e Fonseca, a Roma si era materializzato anche Gianluca Festa, cresciuto nel vivaio degli isolani, società nella quale militò dal 1988 al 1993, e passato per la capitale dal gennaio al giugno del 1994. Il ricordo più dolce lasciato in eredità al popolo giallorosso non è però legato a nessuna delle due parentesi: nel settembre del 1994, infatti, appena trasferitosi all’Inter, Festa regalò con un clamoroso autogol un successo che, fino all’avvento di Spalletti, fu l’ultimo della Roma a San Siro.Nel 1997, Sandro Tovalieri passò dalla Reggiana al Cagliari nella sessione di mercato di gennaio senza riuscire a salvare i sardi, che scesero di categoria dopo lo spareggio con il Piacenza nonostante le 12 reti messe a segno in 23 gare dal bomber pometino. Il “Cobra”, cresciuto nelle giovanili della Roma, si era tinto di giallorosso ben 12 stagioni prima quando, dopo i prestiti in B a Pescara ed Arezzo, rientrò alla base mettendo a segno tre centri.Come il Cobra, anche Fabrizio Provitali, promessa del vivaio capitolino, vestì a cavallo tra gli anni ’80 e 90’ entrambe le casacche collezionando complessivamente la miseria di un gettone di presenza.Nello stesso decennio da segnalare, prima del trasferimento a Napoli, la parentesi di Andrea Carnevale in Sardegna (sette presenze, un gol). Dopo l’epopea partenopea, Carnevale approdò a Roma restandovi per tre stagione ed infilando 15 volte la porta avversaria.Terminato il tuffo negli anni d’oro della dinastia Viola, si rientra di prepotenza negli ultimi anni del secondo millennio. Insieme a Tovalieri, nel gennaio del 1997, dopo tre stagioni passate a difendere i pali della porta dell’Olimpico, Giorgio Sterchele si trasferì alla corte di Cellino fino al termine del campionato. Qualche anno più tardi un altro portiere seguirà le sue orme, pur in maniera indiretta: si tratta di Andrea Campagnolo che, passato dal Cittadella alla Roma senza mai scendere in campo, nel 2005-2006 si accasò alla corte di Nedo Sonetti contribuendo con parate decisive alla permanenza in A dei sardi. Nella passata stagione, infine, a difesa dei pali dell’undici di Giampaolo si eresse Antonio Chimenti, che militò in giallorosso ai tempi di Zeman totalizzando 28 presenze.Chiudono il secolo scorso i trasferimenti di Zebina e Cristiano Zanetti: il primo, giunto in Sardegna dal Cannes, approdò alla corte di Capello giusto in tempo per vincere il terzo scudetto impiegato nei tre di difesa, restando nella capitale fino al 2004 mentre il secondo passerà da una sponda all’altra tramite l’Inter, proprietaria del cartellino girato prima al club di Cellino e poi a quello di Franco Sensi. A parti invertite, approdò in Sardegna Daniele Conti. Il figlio di “Marazico”, dopo aver disputato cinque presenze in prima squadra mettendo a segno la prima rete in A contro il Perugia all’Olimpico, salpò alla volta di Cagliari, società nella quale milita tuttora rivestendo un ruolo da protagonista assoluto.Si arriva così ai giorni nostri: due le promesse giallorosse che nelle ultime due stagioni, dopo percorsi diversi, sono giunte nella regione autonoma. Il primo è Simone Pepe, bomber della Primavera nella stagione 2000/2001, approdato nell’estate del 2006 a Cagliari, dove ha realizzato la prima rete in Serie A contro il Palermo in prestito dall’Udinese. Poche settimane fa nella terra dei nuraghi ha esordito nella massima categoria il difensore Daniele Magliocchetti, il cui cartellino, al contrario di quello di Pepe, è ancora di proprietà della società di Trigoria.Per due che se ne vanno, eccone arrivare altrettanti. Le ultime due cessioni dal club di Cellino a quello di Sensi rispondono ai nomi di Edgar Alvarez e Mauro Esposito: il primo, giunto all’ombra del Cupolone nella stagione 2005-2006 dopo un anno vissuto in Sardegna, è stato momentaneamente girato in prestito al Livorno mentre il secondo, agli ordini di Spalletti dalla scorsa estate, ha finora trovato poco spazio e potrebbe lasciare Roma a fine stagione.Per concludere una curiosità: nella rosa della Primavera del Cagliari stagione 95-96 militava un grande tifoso giallorosso. Volete sapere chi è? Vi basti sapere che nella Capitale ha giocato sull’altra sponda del Tevere e che pur di tornare a Roma sarebbe disposto a fare carte false. Avete capito bene: si tratta di Fabio Liverani.